PRATO.- L’ultimo suo servizio ai primi di ottobre nella gara élite under 23 di Castiglion Fibocchi in provincia di Arezzo. Dopo 40 anni ha lasciato il servizio attivo come giudice di gara nazionale di ciclismo per aver raggiunto il limite di età Mauro Billi,

pratese-valdarnese perché la sua vita è tra Prato e Meleto, località non distante dal Parco di Cavriglia in provincia di Arezzo. Potremo definire Mauro Billi “l’occhio al di là del fotofinish” perché per 40 anni ha ricoperto sempre ed esclusivamente il ruolo di giudice di arrivo. Se dovessimo mettere insieme tutte le giornate di gare in servizio tenuto conto delle tante corse a tappe effettuate, occorrerebbero oltre 6 anni in quanto le giornate da giudice sono state oltre duemila. Pochissime le gare in Italia dove Mauro non ha svolto servizio dal 1976 ad oggi. Ricordiamo tra le tante gare ben nove Giri d’Italia, tra professionisti, dilettanti e donne. Appassionato di ciclismo ebbe fra gli altri all’inizio dell’attività “maestri storici” della categoria giudici come i compianti Gino Raimondi e Orfeo Del Re, e il vivente Giuseppe Costi. Si specializzò come giudice di arrivo dimostrando la sua bravura quando il fotofinish era assai meno usato di oggi. Affabile, sempre disponibile, concreto e deciso, ha dato lustro al gruppo dei giudici toscani. Ieri l’altro al tradizionale ritrovo dei giudici di gara toscani al Monastero di Santa Lucia alla Castellina, Mauro Billi ha ricevuto il Premio Padre Pio alla carriera, un primo riconoscimento ampiamente meritato.

                                    Antonio Mannori

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