Dopo due arrivi allo sprint a questi mondiali di Doha ecco il finale che non ti aspetti. Nella prova uomini juniores in linea vince il danese Jakob Egholm al termine di un’azione “suicida” a 10 chilometri dalla conclusione, di quelle che nessuno pensa si possano realizzare, ma che ha il pregio di ricordare che in una gara di ciclismo non bisogna mai dare nulla per scontato.

Il 18enne danese taglia il traguardo in solitudine, con una manciata di secondi su un gruppo ridotto, regolato allo sprint dal tedesco Niklas Markl. Al terzo posto lo svizzero Muller che strozza in gola l’urlo agli appassionati italiani, relegando al quarto posto Luca Mozzato, abile ad entrare nell’azione decisiva ad una cinquantina di chilometri dalla conclusione (nella foto Bettini sopra la volata degli inseguitori per il podio).

La corsa juniores non ha seguito il canovaccio delle due precedenti. Dal momento del via si sono registrati tentativi di fuga per evitare l’arrivo in volata. Ne è venuta fuori media sostenuta sin dall'inizio, che ha mietuto diverse vittime in coda al gruppo, selezionando via via i migliori.

Ad una cinquantina di chilometri dall’arrivo si concretizza l’azione decisiva. Evadono una dozzina di corridori, tra i quali lo statunitense Brandon McNulty, campione del mondo nella crono di martedì. Appare subito il tentativo buono, data la qualità degli atleti presenti e le nazioni che rappresentano. Mancano gli azzurri, sorpresi in fondo al gruppo.

Tempo di riorganizzare un inseguimento, poi parte all'inseguimento Luca Mozzato, sperando di essere raggiunto quanto prima dagli altri compagni di squadra. La cosa, però, non si concretizza e appare chiaro, quando mancano due giri alla fine, che i 20 in fuga si sarebbero giocati la vittoria. All’interno del gruppo di avanguardia sono ben rappresentanti danesi e sloveni, con tre corridori ciascuno, ma è McNulty che anima la fuga, provando a fare selezione (prima) e chiudendo il buco su diversi fuggitivi (poi). Mozzato non partecipa alle azioni, tenendosi prudentemente in coda al gruppo nel tentativo di risparmiarsi per la volata.

Quando la forza straripante di McNulty si esaurisce la corsa esplode. I danesi attaccano prima con Johansen, poi con Egholm. Per un attimo i due pedalano insieme, a 10 chilometri dalla conclusione, poi Johansen cede. Resta da solo Egholm, che una volta tagliato il traguardo confessa: “Ero venuto a questo mondiale per aiutare i miei compagni di squadra. Eravamo convinti che ci sarebbe stato un arrivo in volata… invece mi ritrovo con la maglia iridata. Pazzesco!”.

La vittoria di Egholm conferma il primato della Danimarca in questa stagione, sancito anche dal dominio in Coppa delle Nazioni.

Difficile commentare la gara degli azzurri, a parte la generosa e accorta prova di Luca Mozzato, che ha lottato fino alla fine per una medaglia. Sicuramente distratti in occasione della fuga decisiva, Moreno Marchetti ha il merito di aver provato a recuperare lo svantaggio quando ormai i giochi erano fatti. Michele Gazzoli ha regolato, con apparente facilità, il gruppo giunto sul traguardo staccato di 1’45”. E questo aumenta il rammarico...

Rino De Candido analizza la gara a mente fredda: "Zana e Baldaccini avrebbero dovuto essere nel gruppo di Mozzato, come stabilito all'inizio. Invece, non consapevoli che ad un mondiale non ci si deve distrarre mai, hanno mancato il momento decisivo. Comunque devo fare i complimenti a Luca, che ha corso come doveva e con un pizzico di fornuta sarebbe potuto salire tranquillamente sul podio."

ORDINE DI ARRIVO: 1. Egholm Jakob (Den) km in 2h58’19; 2. Markl Niklas (Ger) a 7”; 3. Muller Reto (Sui); 4. Mozzato Luca (Ita); 5. Horvat Ziga (Slo); 6. Jerman Ziga (Slo); 7. Schelling Ide (Ned); 8. Primozic Jaka (Slo); 9. Ullebo Sedrik (Nor); 10. Sweeny Harry (Aus); 21. Michele Gazzoli a 1’45”; 65. Moreno Marchetti; 81. Davide Baldaccini; 82. Filippo Zana.

0
0
0
s2smodern