Lo spostamento delle Olimpiadi di un anno causa pandemia ha avuto come effetto anche quello di prolungare il periodo di qualificazione alle stesse. Così, per quanto riguarda il crosscountry, per conoscere l’elenco esatto dei paesi qualificati toccherà attendere le due prove di Coppa del Mondo del mese di maggio.
Al momento l’Italia, essendo seconda nel ranking maschile, ha in tasca il pass per tre atleti, mentre tra le donne siamo certi solo di uno, essendo attualmente al nono posto nella classifica per nazioni.
Se per quanto riguarda gli uomini abbiamo fatto il pieno dei posti disponibili e viaggiamo con la quasi matematica sicurezza di non scivolare più in basso anche dopo le ultime prove in programma, nel settore femminile qualcosa può ancora cambiare. Ricordiamo, infatti, che portano tre atleti alle Olimpiadi il primo e secondo paese del ranking olimpico, 2 atleti dal terzo al settimo, 1 dall’ottavo al 21. Il nostro distacco dal settimo posto è di 161 punti e quelli a disposizione, nelle due prove di Coppa, sono ancora molti, tenuto conto che si sommano i punteggi dei migliori tre atleti in classifica.
“E’ però difficile fare una previsione – chiarisce il CT della Nazionale Mirko Celestino, con il quale sveliamo i programmi di avvicinamento alle Olimpiadi di Tokyo – perché le occasioni di confronto sono poche e non sappiamo quindi il nostro livello rispetto agli avversari, soprattutto i paesi con i quali ci stiamo giocando il settimo posto.”
La strada che porta a Tokyo, per quanto riguarda il tecnico ligure giunto ormai al quarto anno alla guida del settore, è cominciata già i primi giorni di febbraio, con il raduno all’Isola dell’Elba, che si candida da tempo come casa delle ruote grosse e che in estate ospiterà i mondiali marathon sul tracciato di Capoliveri.
Dopo pochi giorni la Nazionale si è ritrovata per il secondo raduno della stagione, ad Andora: “In occasione dei due impegni sono stati coinvolti praticamente gli stessi atleti a cominciare da Luca Braidot, che rappresenta, insieme a Gheri Kerschbaumer, il riferimento in questo momento per il settore maschile.” Proprio l’atleta altoatesino è stato il grande assente di questi due raduni. Spiega il motivo il tecnico azzurro: “Da quest’anno Gheri è impegnato con il Team principale della Specialized; pertanto concordemente abbiamo valutato che fosse il caso iniziasse la preparazione con loro.” Gruppo femminile, invece, praticamente al gran completo, compresa Eva Lechner, reduce da una impegnativa stagione nel ciclocross.
Dalla prossima settimana si comincia a spingere sui pedali, per un primo test in gara: “Partiremo per la Spagna, dove prenderemo parte alla Mediterranean Epic, gara a tappe di 4 giorni a cui parteciperemo con una rosa leggermente più ampia rispetto al numero di atleti che voleranno a Tokyo.”
Dopo questa trasferta gli atleti torneranno a disposizione dei rispettivi team per una stagione agonistica che si spera, stante l’attuale situazione generale del paese, possa confermare il calendario annunciato.
Da segnare in agenda sicuramente le due prove di Coppa del Mondo, a maggio, di Albstadt e Nove Mesto, ai quali gli atleti parteciperanno con i rispettivi team. Come abbiamo spiegato all’inizio si tratta di appuntamenti che permetteranno di disegnare il ranking definitivo e regalarci qualche novità. Per questo l’attenzione di Celestino sarà massima. Oltre al risultato, il tecnico azzurro avrà modo di valutare la rosa alle prese con i primi veri appuntamenti internazionali.
A giugno inizia il periodo di preparazione: “Dopo la Coppa del Mondo di Leogang ci ritroveremo per un raduno in quota a Livigno”. La prova di Coppa del Mondo di Les Gets sarà l’ultima verifica prima delle Olimpiadi.
A quel punto della stagione le Olimpiadi saranno ormai prossime. “Dopo i campionati italiani di Biella, verso la metà di luglio, si partirà per Tokyo – conclude il tecnico azzurro -. Avremo a disposizione una decina di giorni per ambientarci al meglio.”
Il 26 e 27 luglio ci saranno le prove olimpiche. L’obiettivo è quello di essere protagonisti in una disciplina che ha regalato all’Italia due medaglie d’oro, con Paola Pezzo all’esordio olimpico di Atlanta e Sydney, e un bronzo con l’incredibile impresa di Marco Aurelio Fontana, nel 2012 a Londra.