Dopo diciannove anni l’Italia torna sul podio mondiale dell'inseguimento a squadre: salgono a quota due le medaglie per l’Italia, il bronzo del quartetto azzurro si somma all’oro di Rachele Barbieri allo scratch.

 

Il quartetto rosa entra nelle finali per il bronzo ed è un risultato storico: l’Italia è tra le quattro nazioni più forti al mondo.

 

Storico bronzo del quartetto azzurro quello conquistato ai Mondiali pista in corso a Hong Kong. Il quartetto, tornato alla formazione standard (quella delle prove di qualifica disputata nella giornata di apertura) con Simone Consonni, Liam Bertazzo, Filippo Ganna e Francesco Lamon, regala all’Italia il podio nella difficile disciplina olimpica dell’inseguimento a squadre dopo diciannove anni e dopo lo splendido sesto posto conquistato a Rio2016.

Nella finale contro la Gran Bretagna (Latham Christopher, Stewart Mark, Tennant Andrew, Wood Oliver) gli azzurri hanno vinto nettamente in 3'56"935 contro 3'58"566.

 

Soddisfazione Azzurra – Di Rocco: “Continuità e ottimo ricambio generazionale”- CT Villa: “Ci abbiamo creduto e continueremo a farlo”.

 L'Italia torna sul podio mondiale della specialità olimpica e può guardare a Tokyo 2020 con fondate speranze di recitare un ruolo da protagonista considerate l'età dei nostri pistard e la continuità dei progressi.

 

“Nelle due prove abbiamo visto che la Gran Bretagna correva sempre i 3’56” noi invece sapevamo che impresso nelle gambe avevamo il 3’55”. Sapevamo anche che la Gran Bretagna avrebbe iniziato la sfida andando veramente forte. Così è stato. Ma non abbiamo perso il controllo e abbiamo corso i primi 2 km come da tabella. Poi visto il vantaggio della Gran Bretagna ho richiamato gli azzurri che hanno prontamente reagito.

Bravi tutti – continua Villa - perché hanno saputo e voluto crederci fino alla fine. Da Consonni a Lamon, passando per Bertazzo e Ganna. Non solo; ringrazio Scartezzini che ieri ha dato il suo importante contributo ed anche Giordani che è sempre stato a disposizione. Un grazie anche ad Elia Viviani e agli altri azzurri che fino a qui ci hanno accompagnato, a tutto lo Staff e alla Federazione. Senza poi la collaborazione delle squadre degli azzurri, professional, Pro-Tour, Continental e Under23, non avremmo potuto raggiungere un podio così prestigioso dopo vent’anni”.

 

Una vera e propria soddisfazione che vede l’Italia tornare ad essere competitiva in questa disciplina olimpica e guardare con maggiore fiducia a Tokyo2020: “Questo è il nostro vivaio, abbiamo lavorato da ben otto anni passando anche attraverso molte difficoltà e dando una continuità dopo Rio2016. Questo è il nostro valore: siamo cresciuti e possiamo ancora crescere, basta crederci come ci abbiamo creduto fino ad ora” – conclude il CT Villa.

 

Ad applaudire gli azzurri anche il Presidente Di Rocco: ““Sono molto soddisfatto e felice di poter rivivere le soddisfazioni della pista che avevo lasciato ad un ottimo livello. Ottimo il risultato di ieri con la giovane Barbieri. Abbiamo un ricambio generazionale con giovani di talento ed una continuità del lavoro affiancato ad uno studio dei particolari. Due quartetti sono tra le prime quattro nazioni al mondo ed uno ha conquistato un bronzo di grande valore. Una medaglia questa vinta contro la Gran Bretagna che rappresentava il modello di riferimento, a conferma della qualità del lavoro e del progetto federale; dagli atleti sia del settore maschile che femminile, ai tecnici con il supporto della metodologia garantiti dal Centro Studi, portano l’Italia al livello che meritava e che merita”.

 

Così il coordinatore delle Nazionali, Davide Cassani: “Un bronzo sperato, cercato e voluto. Non hanno sbagliato nulla gli azzurri di Marco Villa. Si sono confermati sui tempi di Rio2016 nonostante una partecipazione non ottimale dovuta agli impegni in gare su strada. Questo gruppo ci darà grandi soddisfazioni, ne sono certo!”

 

L'oro è andato, come previsto, all'Australia (Welsford Sam, O'Brien Kelland, Porter Alexander, Wight Rohan) con il tempo di 3'51"503, argento alla Nuova Zelanda (Gough Regan, Bulling Pieter, Kennett Dylan, Kergozou Nicholas)in 3'53"979.

 

Quartetto Rosa – Nella finale per il bronzo contro la Nuova Zelanda l’Italia perde una medaglia ma conquista sempre di più la consapevolezza della crescita avvenuta: “Da quando abbiamo iniziato le qualificazioni per Rio2016, da più di due anni, siamo migliorati di ben 15 secondi. Se ci penso è straordinario” dice il CT Salvoldi. L’Italia è tra le quattro nazioni più forti al mondo.

In mattinata le azzurre hanno fatto tremare gli Stati Uniti nel confronto per l’ingresso in finale oro-argento, concludendo ancora sotto i 4’20” (4’19”958) e conquistano la finale per il bronzo contro la Nuova Zelanda (4’20”171). L’ingresso dell’Italia nelle finali per il bronzo è già un risultato storico e segna un ulteriore progresso anche rispetto a Rio2016.

 

Così il quartetto rosa composto da Balsamo, Frapporti, Pattaro e Valsecchi, sale sull’anello cinese per la sfida contro la Nuova Zelanda che vale il bronzo. Le azzurre hanno corso in sicurezza fino a meno tre giri dalla fine quando il quartetto rosa non è riuscito nel suo obiettivo e chiude quarto (4’26”562).

 

“Siamo tutti rattristati per quanto è successo. Abbiamo perso un bronzo che ormai sembrava sicuro. Però bisogna prendere atto dei miglioramenti fatti al di là dei risultati e della delusione di oggi. In una squadra ci può essere l’errore di inesperienza e anche di tattica e permette anche questo di crescere. E noi, da più di due anni a questa parte, ci siamo migliorati di ben 15 secondi; ed oggi siamo tra le quattro nazioni più forti al mondo” – conclude il CT Salvoldi.

L’oro è andato agli Stati Uniti (4’19”413) e l’argento all’Australia (4’19”830).

 

“La delusione delle azzurre è tanta ma sono state bravissime – dice il CT Cassani – In qualificazione hanno stracciato il precedente record italiano ed al secondo turno si sono confermate sui temi del giorno prima. Abbiamo perso la finale per il bronzo ma i progressi ci sono stati, eccome. Sembra utopia essere nei primi quattro al mondo ed invece, ci siamo. Salvoldi, come sempre, sta facendo un lavoro egregio”.

 

Nello scratch, Francesco Castegnato ha chiuso decimo. L’oro al polacco Adrian Teklinski.

Francesco Ceci, impegnato nel Keirin, ha corso ai recuperi senza superare l’accesso al secondo round.

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